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Constatato che fin’ora nessuno ha scritto in merito a questo importante ed interessante argomento, Orologi Meccanici, per la prima volta prende in esame i materiali con cui sono costruiti i nostri amati orologi, anche per aiutare i numerosi collezionisti d’epoca e non.
E’ bene anche dissipare i numerosi dubbi che possono sorgere in merito ad un effettivo valore di mercato che travalichi quello più ovvio, affettivo o di semplice piacere del possesso. “Ho pagato un orologio d’oro molto poco, ho fatto un ottimo affare…..” Ma è davvero così? Alla ricerca del “miglior affare” siamo certi di aver comperato oro e non ottone dorato o altra vile lega metallica cromata…?

La cassa è la prima cosa che salta agli occhi e contribuisce in modo fondamentale, assieme al quadrante, “all’innamoramento” spesso a prima vista dell’appassionato e se il venditore è un furbo, occorre prudenza e qualche buon consiglio non guasta……

Fondello in acciaio 'stainless steel back'Per evitare che l’appassionato possa essere portato a confondere materiali preziosi con altri che lo sono molto meno, o non lo sono affatto, cominciamo subito da questi, ricordando che sono facilmente riconoscibili dalle eventuali imitazioni, per il peso, l’aspetto da esaminare attentamente e soprattutto per i punzoni che devono sempre risultare impressi (è d’obbligo), sul metallo della cassa, onde indicare quale titolo di lega è stata usata e poter risalire anche al loro valore intrinseco e di mercato (determinato a peso). Ecco quindi i tre principali metalli preziosi che è bene non confondere mai con altri, magari dal colore simile…...

Platino – E’ un metallo nobile e raro, attualmente il più costoso, con un peso specifico di 21,46 e una temperatura di fusione di 1774 gradi. In natura si rinviene assieme ad altri metalli affini quali osmio, palladio, rodio, rutenio e iridio, dai quali va separato con processi complessi e delicati. E’ normalmente utilizzato in orologeria nella percentuale 950 (950 platino, 50 oro, rame o iridio) e ha sempre un punzone con una lettera P e indice della percentuale (es. 950). E’ di color bianco lucido, simile al piombo fuso (e leggermente più scuro dell’acciaio di cui è più pesante), è inalterabile nel tempo, assolutamente inattaccabile e anallergico.

Oro – Metallo nobile, ha un peso specifico di 19.3 e una temperatura di fusione di 1063 gradi. E’ un metallo duttile e malleabile, oltrechè inalterabile nel tempo. Proprio per le caratteristiche di malleabilità viene utilizzato normalmente in lega con argento e anche rame. Il titolo puro è di 24 carati, poi si scende a seconda delle percentuali di lega utilizzata. Ad esempio l’oro a 18 Kt, che in orologeria è il più utilizzato, è composto da 18/24 di oro puro e da 6/24 di argento. Poi si scende a 14 kt, fino ad arrivare anche a 9 kt (ad esempio certi Rolex che venivano importati in America, avevano tale lega). Può essere di colore giallo, bianco o rosso. Ha sempre un punzone in cui è scritto il titolo della lega espresso in millesimi (750, 585, 375, ecc….). E’ inalterabile a anallergico.

Argento – E’ un metallo meno nobile dell’oro (in antichità si diceva che servivano 2,5 grammi di argento per avere il valore di 1 grammo di oro) che si trova in natura normalmente contenente percentuali di oro, rame o altri metalli e più raramente allo stato puro. Ha un peso specifico di 10,5, e una temperatura di fusione di 960 gradi. E’ molto duttile e malleabile, per questo usato in lega, come avviene anche per l’oro. Attualmente le leghe più diffuse sono 925/1000 e 800/1000. Ha sempre un punzone con l’indicazione della percentuale di lega (es. 800).

Cassa mista acciaio-plastica e metallo Descritti così i metalli più preziosi, che dovremo sempre imparare a riconoscere, dobbiamo constatare che i nostri orologi hanno una cassa metallica di color giallo o grigio-bianco (salvo alcune eccezioni che vedremo). A prima vista quindi, non prestando la dovuta attenzione a quale sia il metallo in questione, li possiamo confondere. A parte alcuni casi in cui certi materiali tecnologici sono inconfondibili e marchiati (vedi ceramica Hi Tech o Titanio), sugli altri, può effettivamente ingenerarsi confusione.

I metalli più utilizzati oggi sono l’acciaio, l’ottone, l’alluminio, la lega di titanio e altre leghe di metalli comuni vari. Le differenze sono molte e importanti, a cominciare dalla qualità, dalla durata nel tempo e dalla possibilità di provocare allergie a contatto con la pelle.

Facciamo allora qualche considerazione su tali metalli, spesso confusi tra loro perché non facilmente individuabili ad un semplice esame superficiale o non attentamente valutati per pregi e difetti. Il caso più comune di interscambio avviene tra l’ottone cromato e l’acciaio, esteticamente identici, ma molto diversi quanto a durezza, resistenza nel tempo e anche costo….

Acciaio – è una lega di ferro e carbonio ottenuta dall’affinamento (ovvero decarburazione) della ghisa. E’ un metallo di particolare tenacia, resistenza, inalterabile e anallergico. Se è in lega con cromo o nichel, viene definito inox o inossidabile. E’ assai più duro dell’ottone, costa di più e da garanzie sicure di durata nel tempo.

Cassa in ottone: si notano i segni di usura... Ottone – lega di rame e zinco, è in buona misura inalterabile agli agenti atmosferici e chimici. E’ duttile ma non particolarmente resistente e tenace. Per risultare più gradevole alla vista e per proteggerne la superficie dall’ossidazione, viene rivestito con un bagno galvanico di cromo o più recentemente, di palladio. L’ottone così trattato ha però il difetto di veder scomparire dopo alcuni anni (o addirittura mesi, nelle realizzazioni più economiche), la patina grigia del metallo di copertura, rendendo visibile il colore giallognolo dell’ottone naturale, nei punti di più frequente frizione, attrito o attacchi chimici. In caso di urti, l’ottone si segna molto più facilmente dell’acciaio (è più tenero). In fine, sia per la lega con cui è realizzato l’ottone stesso, sia per la cromatura con cui è ricoperto, può generare sulla pelle reazioni allergiche da contatto e questo vale anche per le fibbie dei cinturini. L’ottone costa meno dell’acciaio e permette quindi la commercializzazione a prezzi più competitivi.

Alluminio – E’ un elemento chimico primario ed è utilizzato quasi sempre in lega con altri metalli per accrescerne la resistenza. E’ duttile, leggero, malleabile e di facile lavorazione.

Titanio – Anche il titanio è un elemento chimico primario. E’ un metallo estremamente leggero , duttile ma tenace, dotato di eccezionale resistenza alla corrosione ed assolutamente anallergico.

Cassa in alluminio con fondello in acciaio L’alluminio e il titanio hanno dalla loro, rispetto all’acciaio e all’ottone cromato, un colore leggermente differente e non così facilmente confondibili tra loro, anche se entrambi sono molto leggeri. L’alluminio ha un colore più chiaro del titanio (che è grigio scuro). Il Titanio ha anche miglior effetto estetico, dovuto alla sua lavorazione (tipo satinatura). Sono entrambi anallergici, ma l’alluminio è meno resistente e tenace del titanio. Quest’ultimo poi, fino a qualche anno fa, era poco diffuso a causa del suo notevole costo rispetto all’acciaio, ma recentemente, coll’apertura dei mercati, è importato dai paesi dell’ex Unione Sovietica in leghe di titanio con un prezzo paragonabile all’acciaio. Questo ha consentito la sua miglior diffusione ed apprezzamento delle qualità intrinseche. Inoltre il titanio vanta un eccellente abbinamento di resistenza e leggerezza, che va ben oltre a quello degli altri materiali considerati.

Occorre infine ricordare bene che da parte delle case orologere e da chi realizza il prodotto finito per la commercializzazione, esiste l’obbligo di dichiarare sempre il metallo con cui sono realizzate le casse (e anche i bracciali), segnalandone la natura con una scritta identificativa (in aggiunta ai punzoni per i metalli preziosi), che in genere si trova sul fondello dell’orologio stesso. Partiamo quindi da queste scritte per chiarire i dubbi: Aluminium e Titanium sono le scritte che contraddistinguono questi metalli. Più complessa è la situazione (richiede maggior attenzione) tra acciaio e ottone cromato o trattato al palladio, che sono praticamente dello stesso colore e peso simile…

Cassa in zama e segni di usura Con la cassa in ottone trattato o cromato, in genere il fondello è in acciaio. Su questo fondello infatti troveremo la scritta in inglese: “stainless steel back”, proprio perché è solo il fondello (a vite o a pressione) ad essere in acciaio. Back infatti vuol dire infatti fondello.

Si può anche trovare in aggiunta la scritta (in particolare su orologi anni 50): “base metal case”, ove per case si intende cassa, per indicare la struttura in ottone o peggio in una lega detta “zama” (zinco e alluminio) super economica, facilmente ossidabile e degradabile se intaccata…

In rari casi però viene menzionato anche il materiale della lunetta, ovvero l’elemento che trattiene il vetro anteriore. Quindi si troverà scritto “metal bezel” (bezel = lunetta), così fornendo ulteriori elementi di valutazione per l’acquirente.

Cassa in acciaio 'all stainless steel' Ricordiamo che quando siamo in presenza di una cassa che ci pare d’oro, ma il cui fondello è marcato come visto (acciaio), quasi impossibile non trovarsi di fronte ad ottone “placcato” oro, la cui consistenza (in spessore) viene definita in micron e stampata lateralmente alla cassa, spesso ove vi sono le ansette che reggono il cinturino. In caso di dubbio, sarà quindi opportuno togliere lo stesso (o il bracciale) e guardare attentamente la piccola scritta (normalmente 5/10/20/40). Attenti quindi all’oro, perché quando la cassa è veramente di tale materiale, anche il fondello è d’oro (se originale!).

Nel caso di struttura completamente in acciaio si troverà la scritta: “all stainless steel” oppure “stainless steel” che sta a significare acciaio inossidabile. A volte è precisato anche la qualità dello stesso acciaio e della durezza della lega con cui è composto (Ainsi 316 o altro).

Come si può vedere, con un po’ di attenzione e leggendo sempre le scritte che compaiono sui nostri orologi, si può sapere cosa stiamo acquistando, valutare seppure empiricamente una scala di valori e di prezzi, assieme alla qualità che si desidera in rapporto alla cifra richiesta e vedere se è il caso di risparmiare o preferire un prodotto più caro, ma di qualità superiore.

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