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Storia dell'orologeria: meridiane e clessidre


Meridiane e clessidre


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Le meridiane si diffusero in tutto il mondo. Di perfezionamento in perfezionamento, si giungerà poi all’utilizzo del raggio di sole.

Con questo sistema si progettarono vari tipologie di segnatempo per molti secoli e anche varie curiosità che, per allora, sicuramente provocavano meraviglia e facevano gridare alla magìa: senza alcun intervento dell’uomo, uno gnomone “azionava” un carillon (con l’ausilio di una lente che bruciava una cordicella di fermo…) che suonava la sua melodia a mezzogiorno, con lo stesso sistema un cannone tuonava, segnando l’ora esatta (la lente concentrava i raggi di sole sul focone, accendendo la polvere nera cosparsa sullo stesso...), modellini di queste e altre interessanti curiosità, si trovano al musèe d’horlogerie di Le Locle.

Col tempo molti quadranti delle meridiane vennero riccamente ornati e arricchiti anche con frasi e motti latini del tipo: Vulnerant omnes, ultima necat; Lux umbra praebet misteria autem veritas; Maneo nemini; Tempus fugit sicut umbra, ecc...
A volte venivano scritti poemi o eventi storici da ricordare, a volte le meridiane erano veri e propri quadri capolavoro, dipinti con grande maestria e che purtroppo il tempo e soprattutto l’incuria degli uomini ignoranti ha contribuito a deturpare o a cancellare definitivamente.

Meridiana con motto religioso
Meridiana con motto religioso


Un altro strumento di misura del tempo fu la clessidra, che nacque, come dice il loro nome greco, per “misurare l’acqua” e solo in seguito fu usata la sabbia, stravolgendo però il significato dell’iniziale nome (il loro nome esatto era clepsamie e non più clessidre). Pare che molti filosofi dell’antichità vedessero un parallelo tra lo scorrere del tempo e quello delle acque dei fiumi. Eraclito disse infatti: tutto scorre.
E l’acqua fu. Tra i tanti suoi meriti fondamentali, l’acqua ebbe così anche quello di misurare il tempo.
I Greci portarono la clessidra (ad acqua) ad un alto grado di perfezione. Alcune apparecchiature facevano emergere un galleggiante con asta e indice, altre facevano cadere gocce d’acqua su palette che ruotando muovevano ingranaggi e automatismi, oppure facevano più semplicemente ruotare un quadrante segnatempo.

Citeremo un esempio per tutti di segnatempo completo ed evoluto (per allora): la Torre dei Venti di Atene. Costruita nel II° secolo a.C. era dotata di 4 facciate con meridiane rivolte al sole che si illuminavano in successione, segnando il tempo dall’alba al tramonto.
All’interno dell’imponente costruzione, sul lato nord, era installata inoltre una enorme clessidra ad acqua, complessa e piuttosto precisa, la quale dava, in ogni momento una misurazione completa del tempo. Sulla sommità della torre inoltre, vi era anche una grande banderuola che indicava la direzione dei venti.

Torre dei venti ad Atene
La torre dei venti di Atene


Lo “scienziato” romano Vitruvio, fra il 27 e il 23 a.C., compilò una incredibile “summa” delle conoscenze del tempo. Nei vari capitoli dell’opera, parla dettagliatamente di astronomia, di gnomonica, di clessidre, descrive nei particolari la menzionata Torre dei Venti, i famosi orologi di Ctesibio (scienziato Alessandrino – 124 a.C.), menziona “bilie” che cadon entro bacili segnando a mo’ di gong il tempo che trascorre, canne d’organo che suonavano, sollecitate dalla pressione dell’acqua, con tonalità diverse a seconda delle ore, candele graduate, lampade ad olio, ecc...

I testi di Vitruvio vennero usati per molto tempo e con le sue descrizioni, si fabbricarono complessi orologi ad acqua, anche molti secoli dopo la sua morte!




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